Studio sui pagamenti in Marocco nel 2021

Nel secondo trimestre del 2021, Coface ha realizzato la quinta indagine sul comportamento di pagamento delle imprese in Marocco, con l’obiettivo di monitorare l’evoluzione dei termini e dei ritardi di pagamento. Il comportamento di pagamento rispecchia sia l’evoluzione della congiuntura economica che il contesto imprenditoriale.

Secondo i risultati del sondaggio, i termini di pagamento contrattuali in Marocco restano lunghi, con una media di 79 giorni. Sebbene ancora elevati, sono migliorati significativamente riducendosi di 14 giorni rispetto al precedente sondaggio condotto nel 2019. Tuttavia, i risultati suggeriscono che i ritardi di pagamenti sono ancora molto diffusi, con quasi la metà delle imprese intervistate che dichiara ritardi di pagamento di oltre tre mesi nell’ultimo semestre. Mentre il PIL ha subito una contrazione nel 2020 (-6,3% stimato nel 2020 dopo un 2,5% nel 2019, Coface prevede il 4,5% nel 2021), più imprese hanno avvertito un peggioramento.

Tale deterioramento deriva dal forte impatto causato dalla pandemia di COVID-19, accompagnato da drastiche misure governative a scapito dell’attività economica (lockdown, coprifuoco, chiusura delle frontiere ai turisti esteri, chiusura delle scuole e dei luoghi di lavoro, divieto di viaggiare). Malgrado gli aiuti da parte dello Stato alle famiglie, in particolare per quelle più vulnerabili (aiuti finanziari per i lavoratori informali o senza copertura previdenziale), e per le imprese (accesso agevolato al credito sotto forma di Damane Relance, Damane Oxygene, Relance TPE - microimprese; differimento degli oneri sociali e delle tasse), in particolare nei settori più colpiti (turismo, trasporti, aeronautica, auto), la crisi è stata avvertita dalle imprese; soprattutto nelle piccole e piccolissime imprese (VSE).  Da notare che solo un quarto degli intervistati ha dichiarato di aver beneficiato di aiuti.

Per il 2021, quasi la metà delle imprese intervistate prevede che i termini di pagamento rimarranno stabili e più di un terzo stima un aumento. Le imprese del campione ritengono che il miglioramento della situazione economica non comporterà una diminuzione dei termini di pagamento, per mancanza di chiarezza sull'evoluzione della pandemia e sulla fine dello stato di emergenza (prevista per il 31 gennaio 2022).