DSO – acronimo di Days Sales Outstanding – è un indicatore prezioso nella gestione finanziaria. La buona salute di un’azienda dipende dalla sua capacità di incassare le fatture prima di dover sostenere spese che rischiano di metterla in difficoltà. Il DSO rappresenta quindi una base per mettere a punto una gestione ottimale della liquidità e ridurre il rischio di insolvenza.
Cos’è il DSO e perché è utile?
Il DSO misura il tempo che intercorre tra l’emissione di una fattura e la sua effettiva riscossione. Rappresenta quindi il numero medio di giorni di credito delle vendite fatturate. Più basso è il DSO, migliore è il segnale in termini di salute finanziaria dell’azienda.
Il DSO aiuta le imprese a:
- Monitorare le proprie condizioni finanziarie: un DSO elevato può essere indice di problemi di liquidità.
- Ottimizzare la liquidità: riducendo il DSO, migliorano i flussi di cassa.
- Prendere decisioni strategiche: i dati del DSO possono orientare la gestione del credito interno e delle politiche di riscossione.
È anche una componente del fabbisogno di capitale circolante (WCR, Working Capital Requirements) – per quanto riguarda i crediti commerciali. Più breve è il DSO, più basso sarà il WCR. Più si allungano i tempi del DSO, più aumenta il rischio di carenza di liquidità. Limitare il DSO è quindi un obiettivo costante per i dipartimenti finanziari, da valutare soprattutto in relazione al DPO (Days Payable Outstanding - giorni medi di pagamento).
DSO vs. DPO: un buon modo per gestire la liquidità
Il DPO (Days Payable Outstanding) rappresenta il tempo medio impiegato dall’impresa per pagare i fornitori. Esprime i giorni necessari all’azienda per saldare le fatture ricevute dai fornitori.
Il rapporto tra DPO e DSO è evidente: meglio avere tempi di incasso brevi e tempi di pagamento lunghi, per mantenere riserve liquide e flussi di cassa sani. Più i due parametri si avvicinano, maggiore è il rischio che un ritardo provochi problemi, anche temporanei. Naturalmente si dovrà evitare un DPO inferiore al DSO: se l’impresa deve pagare i fornitori prima di essere pagata dai clienti, per finanziarsi avrà bisogno di nuova liquidità, e quindi di credito; non è il caso di trovarsi in tale situazione.
È consigliabile ricalcolare e monitorare regolarmente il divario tra DSO e DPO, per tenere conto dell’ingresso di nuovi clienti o fornitori, ma anche per rinegoziare condizioni contrattuali o ridurre il fabbisogno di capitale circolante.
Come si calcola il DSO?
Esistono due metodi per calcolare il DSO. Il primo è semplice da applicare, ma è riferito a un periodo specifico senza considerare quelli precedenti; il secondo tiene conto della stagionalità.
DSO con metodo contabile
Questo metodo è basato sul rapporto tra crediti finanziari e vendite IVA inclusa. Si sceglie un periodo di osservazione (es. 30 o 90 giorni), e si usa la formula:
Il risultato è chiaro e fornisce una media dei giorni necessari per incassare i crediti, ma non è adatto per aziende soggette a stagionalità. Il confronto mese per mese diventa difficile, e il DSO su base annua è troppo ampio per guidare efficacemente la strategia finanziaria.
Tuttavia, il DSO calcolato in questo modo consente di distinguere fra:
- crediti in corso (il DSO è legato ai termini di pagamento negoziati);
- crediti scaduti (il DSO deriva dal mancato pagamento nei tempi previsti). Ciò permette di valutare ed eventualmente migliorare la strategia di riscossione.
DSO per compensazione delle vendite ("count back")
Questo approccio prevede di “esaurire” i crediti in sospeso compensandoli con le vendite dei mesi precedenti. L’obiettivo è calcolare quanti giorni di vendite servono per coprire tutti i crediti.
Esempio: un’impresa vanta crediti commerciali per €60.000 a fine novembre. Il fatturato di novembre (€30.000) copre metà dell’importo; restano €30.000. Andiamo a ottobre: il fatturato di questo mese è di €20.000, che riduce l’importo del credito a €10.000. Infine, con €30.000 di fatturato a settembre, basta un terzo del mese (10 giorni) per coprire i restanti €10.000.
Il DSO è quindi 30 giorni (novembre) +31 giorni (ottobre) +10 (parte di settembre) = 71 giorni.
L’azienda impiega 71 giorni nel periodo di riferimento per riscuotere i crediti, tenendo conto delle variazioni mensili. Questo metodo è più preciso, ma anche più complesso da applicare.
Quali azioni per migliorare il DSO
È possibile migliorare i tempi di pagamento delle fatture in vari modi, cominciando già dalla fase contrattuale. È preferibile definire termini di pagamento adeguati e valutare attentamente la solvibilità dei clienti fin dall’inizio. Non sempre è possibile rinegoziare i termini durante il corso di validità del contratto.
Può essere utile:
- Negoziare termini di pagamento più brevi, per cogliere più rapidamente i ritardi e avviare eventuali azioni di recupero.
- Richiedere un acconto al momento dell’ordine, per limitare i rischi finanziari.
- Attuare una politica di riscossione proattiva, con solleciti regolari e possibilmente automatizzati; le tecnologie odierne offrono vari strumenti per ricordare al debitore le scadenze e prevenire i rischi.
- Identificare tempestivamente le controversie e ridurre i tempi di gestione.
- Ricorrere alla cessione del credito, il cui costo può essere incluso nel prezzo iniziale della merce per preservare i margini.
Ottimizzare il recupero crediti è la chiave per ridurre i ritardi nei pagamenti. Un approccio proattivo garantisce risultati. Ad esempio, è possibile agire anche prima della scadenza del debito, inviando promemoria per avvisare dell’imminente scadenza. Anche l’esternalizzazione del recupero crediti - condotto da professionisti esperti e dotati degli strumenti adeguati - è una pratica sempre più diffusa.
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