ita-IT
09/05/2022
Pubblicazioni economiche

Guerra in Ucraina: molti (grandi) perdenti, pochi (reali) vincitori

Guerra in Ucraina: molti (grandi) perdenti, pochi (reali) vincitori

Dopo più di due mesi dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina lo scorso 24 febbraio, e nonostante i numerosi tentativi di negoziati, le prospettive di una rapida risoluzione della guerra sembrano sempre più improbabili. Con l'intensificarsi del conflitto, le sanzioni occidentali contro la Russia hanno continuato ad aumentare, con ben cinque ondate di sanzioni – che diventeranno sei a breve– imposte dall'Unione Europea da inizio guerra. In questo contesto, una rapida revoca delle sanzioni economiche e un ritorno alla situazione pre-guerra sembra del tutto illusoria, anche in caso di una fine anticipata del conflitto. In termini di conseguenze economiche, Coface ha rivisto al rialzo stima iniziale (pubblicata a inizio marzo) del costo a breve termine per l'economia globale, a circa un punto percentuale nel 2022.

In un contesto fortemente e persistentemente avverso, la guerra in Ucraina avrà pochi vincitori e molti vinti. L'importanza dei belligeranti – principalmente Russia, ma anche Ucraina e Bielorussia – nella produzione di molte materie prime e i timori di interruzioni dell'approvvigionamento, hanno portato a un'impennata dei prezzi, che, malgrado il recente calo di alcuni di essi, rimangono a livelli molto elevati. Le pressioni inflazionistiche, già prevalenti nella maggior parte delle regioni, hanno subito un inasprimento, generando un calo del reddito disponibile delle famiglie e, in definitiva, dei consumi, poiché il clima di tensione e l'elevata incertezza, con ogni probabilità, favoriranno risparmi precauzionali. La volatilità e l'incertezza peseranno fortemente anche sulle decisioni di investimento delle imprese la cui situazione finanziaria, nonostante le riserve di liquidità da record, è destinata a deteriorarsi in modo significativo poiché i costi di produzione continuano ad aumentare o rimangono elevati. Al di là delle economie dell'Europa centrale e orientale, che hanno legami economici e flussi commerciali significativi con la Russia, i paesi dell'Europa occidentale sono i più esposti a causa della loro elevata dipendenza dai combustibili fossili russi. Sebbene l'onda d'urto si sentirà in modo differente e in tempi diversi nel mondo, nessuna regione sarà risparmiata dall'inflazione importata, dalle interruzioni delle catene di approvvigionamento e dal conseguente rallentamento del commercio globale. Coface stima quindi che la guerra avrà un impatto negativo importante anche negli Stati Uniti, dove la Fed sarà costretta a più rialzi dei tassi di interesse di quanto previsto, con enormi conseguenze per il resto del mondo. Come per ogni significativa stretta monetaria da parte della Fed, la maggior parte dei mercati emergenti dovrà effettivamente seguirne l'esempio per evitare deflussi di capitali e deprezzamento della valuta, in particolare quelli con ampi disavanzi delle partite correnti e/o debito estero a breve termine elevato. Inoltre - come già accennato nel Barometro di luglio 2021 - il rischio politico ha subito un forte incremento con la pandemia, problema più che mai attuale, poiché è probabile che le difficoltà di approvvigionamento e l'impennata dei prezzi alimentari alimenteranno le tensioni sociali.

Il bilancio dei rischi è chiaramente inclinato verso il basso poiché si stanno accumulando venti contrari, in particolare la recrudescenza dei casi di COVID-19 in Cina, che accrescerà sia le pressioni inflazionistiche globali che le interruzioni delle catene di approvvigionamento. In un tale contesto, le scelte che le autorità monetarie stanno attualmente affrontando sono probabilmente tanto difficili quanto cruciali, in un contesto che combina inflazione elevata da decenni, necessità di margine di manovra fiscale e livelli molto elevati di debito pubblico e privato.

Le conseguenze economiche della guerra in Ucraina si concretizzeranno principalmente dalla seconda metà del 2022 in poi, influenzando ovviamente i dati di crescita del PIL del 2022, ma ancor di più quelli per il 2023 e oltre, prospettive a più lungo termine che tratterà il nostro prossimo Barometro. In altre parole, è probabile che le cicatrici siano profonde e, al di là delle vittime umane, le conseguenze economiche si faranno sentire per anni dopo la fine di questa nuova guerra sul suolo europeo. È ancora presto per prevedere come si ridisegnerà l'economia globale dopo gli shock successivi all'inizio degli anni 2020, la percezione che abbiamo dall'inizio della pandemia è ancora valida: il mondo è cambiato e nulla sarà mai più lo stesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scarica questa pubblicazione : Guerra in Ucraina: molti (grandi) perdenti, pochi (reali) vincitori (771,41 kB)

Contatti


Antonella VONA

Direttore Marketing & Comunicazione
TeL. : +39 (02) 48 33 56 40 
Email: antonella.vona@coface.com 

Top