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25/05/2023
Pubblicazioni economiche

Studio sul comportamento del pagamento in Cina

Studio sul comportamento del pagamento in Cina

Riduzione dei ritardi di pagamento malgrado l’inasprimento delle condizioni di credito per i settori della chimica e del legno

In Cina, il 2022 è stato caratterizzato da un significativo rallentamento economico e da una rigorosa risposta al Covid. Di fronte alle rigide restrizioni in termini di liquidità e mobilità che hanno interrotto i processi di pagamento, le imprese cinesi hanno rivelato una maggiore flessibilità nel concedere dilazioni di pagamento. Lo studio di Coface ha mostrato che i termini medi di pagamento sono aumentati da 77 giorni nel 2021 a 81 giorni nel 2022.

I termini di pagamento più lunghi hanno contribuito a ridurre il numero di ritardi di pagamento nel 2022. Tra le 1.000 imprese intervistate, il 40% ha segnalato ritardi, in calo rispetto al 53% nel 2021, la percentuale più bassa negli ultimi cinque anni. Il motivo principale dei ritardi sono state le difficoltà finanziarie dei clienti, derivanti dalle pressioni sui margini dovute alla concorrenza e, sempre più, dall'aumento dei prezzi delle materie prime. Inoltre, il ritardo di pagamento medio si è ridotto da 86 a 83 giorni nel 2022. A livello settoriale, l'agroalimentare ha registrato la riduzione maggiore di ritardi medi pari a 23 giorni e l'allungamento dei termini di pagamento, in seconda posizione dopo il tessile.

Un minor numero di intervistati ha segnalato un incremento dei ritardi (dal 42% al 21%). Si tratta principalmente di piccole imprese (con fatturato inferiore a 50 mld renminbi) che facevano affidamento sul mercato domestico. L'indagine, condotta tra dicembre 2022 e marzo 2023 mostra che meno aziende ha assistito a gravi ritardi di pagamento, ovvero ritardi di oltre sei mesi, superiori al 2% del fatturato annuo. La percentuale che ha dichiarato tali ritardi è scesa dal 64% nel 2021 al 36% nel 2022. Secondo l’esperienza di Coface, dal momento che l'80% dei pagamenti prolungati non viene mai pagato, la liquidità di un'azienda è considerata a rischio quando questi costituiscono una percentuale del fatturato annuo superiore al 2%.
Questo rischio, tuttavia, differisce da settore a settore: i prodotti chimici sono i più vulnerabili ai rischi di finanziamento, con poco più di un terzo degli intervistati (34%) che dichiara gravi ritardi di pagamento superiori al 10% del fatturato, in aumento rispetto al 26% nel 2021; ciò è dovuto in particolar modo ai prezzi più elevati dell'energia e delle materie prime, alle interruzioni alla produzione dovute ai lockdown e alla domanda debole che hanno messo sotto pressione le condizioni di liquidità del settore. Una tendenza al rialzo è stata osservata anche per il settore del legno, con la percentuale che è passata dallo 0% nel 2021 al 20% nel 2022.

La pandemia e i successivi lockdown sono stati il principale fattore che ha colpito le imprese nel 2022. Il governo cinese si è allontanato dalla politica zero-Covid, pertanto anche la quota di intervistati che prevede un miglioramento delle vendite e della liquidità è aumentata di pari passo, rivelando un certo ottimismo per l’economia cinese nel 2023.

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