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06/04/2018
Pubblicazioni economiche

La singolarita’ del rischio politico in Europa centrale e orientale

La singolarita’ del rischio politico in Europa centrale e orientale

Con l’attuale ondata di elezioni in Europa centrale e orientale, i paesi della regione stanno assistendo a un periodo di grandi cambiamenti in termini di rischio politico e accelerazione economica, che al momento sembrano essere le due problematiche principali della regione. In media il tasso di crescita del PIL della regione è aumentato a 4,5% nel 2017, il livello più alto dal 2010. I cambiamenti delle politiche locali e del sistema giudiziario nazionale stanno creando problemi alla regione. L’inasprimento delle relazioni con l’Unione Europea e i timori di sanzioni per la Polonia aumentano ulteriormente queste preoccupazioni.

Sebbene nell’ultimo decennio il rischio sociale sia aumentato– specialmente in Ungheria, secondo i risultati del modello di rischio Coface – l’Europa centrale e orientale è molto meno a rischio rispetto agli altri mercati regionali emergenti. Gli indicatori pubblicati dalle istituzioni internazionali che monitorano le libertà e i diritti all’interno del sistema politico mostrano un indebolimento delle valutazioni: la Polonia diventa fonte di preoccupazione, come l’Ungheria. Sebbene i paesi dell’Europa centrale e orientale abbiano registrato ampi miglioramenti in termini di corruzione, quest’ultima rimane comunque diffusa: Bulgaria, Ungheria e Romania sono agli ultimi posti tra i paesi europei nell’Indice della corruzione di Transparency  International. Malgrado i numerosi benefici che i membri dell’UE portano nelle economie della regione, quest’ultime stanno diventando sempre più “euroscettiche”: secondo gli ultimi risultati del barometro, la Rep. Ceca è il terzo membro più euroscettico, nonostante l’integrazione nella filiera dell’Europa occidentale e le forti relazioni commerciali con l’UE.

I dati concreti indicano che questi problemi politici hanno già influito negativamente sulle economie dell’Europa centrale e orientale e sulle imprese. L’allentamento fiscale sostiene le famiglie, e anche le imprese in alcuni casi, come in Ungheria dove le imposte sulle plusvalenze delle imprese sono state ridotte al tasso più basso in Europa. I sondaggi d’opinione rivelano che i partiti attualmente al governo in Ungheria e Polonia sembrano estendere i loro mandati in carica. Sicuramente, i cambiamenti controversi nei sistemi legali hanno suscitato malcontento, con anche manifestazioni in numerosi paesi, ma le imprese, incluse le realtà estere, non hanno ancora fatto marcia indietro nella regione.

Il flusso di investimenti esteri rimane positivo, con un numero elevato di investimenti nella regione. Sembra che i vantaggi di prezzo e la competitività in termini di qualità, la vicinanza geografica all'Europa occidentale e l’espansione economica solida prevalgano sulle incertezze politiche. Ciascun possibile peggioramento in termini di rischio politico potrebbe rendere riluttanti le entità straniere a rimanere nei paesi dell'Europa centro-orientale, specialmente se le danneggiassero in maniera diretta. Se venisse attuata l'idea di collegare i fondi dell'UE allo Stato di diritto, le economie non collasserebbero, ma alcune imprese ne risentirebbero. A causa di una forte cooperazione con il settore pubblico, che utilizza il cofinanziamento dell'UE, le costruzioni e le TIC sarebbero i primi settori colpiti, e i loro settori partner sarebbero i secondi ad assistere a un deterioramento. Un compromesso a queste relazioni conflittuali sarebbe lo scenario più ragionevole.

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