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19/04/2018
Rischio Paese e Studi economici

Le nuove rotte commerciali del Mediterraneo passeranno dal Sud e dall’Est della regione

Il recente aumento del protezionismo sta trasformando la vasta rete di accordi di libero scambio e ridisegna le rotte del commercio nel Mediterraneo. Si osservano due nuove tendenze emergenti:

  • l’aumento dei paesi del Mediterraneo meridionale e orientale, come mostrano in particolare le esportazioni di beni del settore auto e TIC (tecnologie dell’informazione e della  comunicazione);
  • emergono nuovi attori nell’approvvigionamento di materie prime (energia, chimica e costruzioni), in Grecia, Cipro, Malta ed Egitto.

Il commercio intra-regionale rallenta

Mentre in Asia gli scambi regionali aumentano, i paesi del bacino del Mediterraneo faticano a ottenere lo stesso risultato a livello regionale, nonostante i numerosi accordi multilaterali e bilaterali dal 1995 («Accordo di Barcellona»). Anche la quota del commercio intra- mediterraneo tende a diminuire, passando dal 31% delle esportazioni nel 2001 al 29% nel 2016. In ragione delle sue dimensioni, l’Europa mediterranea1 , che comprende i paesi del Mediterraneo appartenenti alla zona euro, concentra una grande percentuale di flussi regionali (79,4% dei flussi di importazione ed esportazione) ma perde terreno dopo 15 anni a favore dei paesi del Mediterraneo meridionale2 (10,1%), del Mediterraneo orientale3(8,4%) e dei Balcani4 (2%).

Malgrado l’aumento degli sforzi di cooperazione negli ultimi 20 anni, questo scarso livello di integrazione commerciale ha molteplici spiegazioni. La concorrenza tra i paesi del Sud e dell’Est specializzati nei settori agricolo e tessile è una spiegazione per giustificare questo fallimento, ma non l’unico. La crisi del 2009, e successivamente le primavere arabe del 2011 hanno avuto un impatto negativo sul grado di apertura dei paesi della regione, rallentando ulteriormente i paesi del Mediterraneo meridionale e orientale, ad eccezione del Marocco. Si aggiunge la sovrapposizione degli accordi che rende complesso il processo degli scambi, con diverse condizioni da un accordo all’altro. Parallelamente, malgrado la volontà di commerciare di più, il numero di misure protezioniste (tasse, misure anti-dumping, contributi pubblici, quota…) è in costante aumento: dal 2012, in tutto il Mediterraneo in generale, sono state attuate 381 misure protezioniste nette, di cui metà circa nei confronti degli altri paesi della regione.

I paesi del Sud e dell’Est aumentano con le esportazioni di auto e TIC e si lanciano nell’approvvigionamento di materie prime

Dal 2000, sono emerse nuove tendenze nella struttura delle esportazioni dei paesi del bacino del Mediterraneo. L’Europa mediterranea sembra perdere terreno nei settori ad alto valore aggiunto, come l’auto o le TIC, a favore delle esportazioni di prodotti agricoli trasformati e prodotti chimici. I paesi del Mediterraneo meridionale e orientale hanno cominciato a spostarsi verso nuovi settori a scapito dei tradizionali come quello tessile. Le dinamiche sono meno intense nei Balcani, dove si osserva un netto incremento delle esportazioni di beni alimentari e metalli. Gli scambi commerciali tra i paesi dell’Africa settentrionale e quelli del Mediterraneo orientale si stanno rafforzando e cominciano a nascere nuove rotte commerciali.

  • Automotive: Marocco e Turchia -> Europa mediterranea ed est del Mediterraneo

La politica di Marocco e Turchia di integrazione nella filiera globale dei valori attraverso lo sviluppo e il rafforzamento dei settori industriali ha contribuito a una riconfigurazione delle esportazioni di autoveicoli nel Mediterraneo. Nel 2016, la Turchia contava per il 13% delle esportazioni di autoveicoli regionali (contro un timido 2% nel 2000) con una intensificazione dei flussi verso i paesi dell’Europa mediterranea. In Marocco, per il periodo 2012-2016, le esportazioni di autoveicoli nel Mediterraneo rappresentavano il 13% delle esportazioni totali del paese e, sebbene quest’ultime siano ancora destinate principalmente al mercato europeo, i suoi partner comprendono anche Turchia ed Egitto.

  • TIC: Tunisia e Marocco -> Europa mediterranea

Tunisia e Marocco stanno ampliando le esportazioni legate alle TIC. In Tunisia, questa nuova specializzazione ha portato a un aumento delle esportazioni verso l’Europa mediterranea
(principalmente Francia ma anche Spagna) per raggiungere il 30% delle esportazioni totali verso questa sub-regione. In Marocco, si osserva una diversificazione dei destinatari dei flussi verso Spagna e Italia a scapito di Francia, Portogallo e Malta.

  • Energia: Grecia e Malta -> Mediterraneo orientale

Sebbene l’energia continua ad essere il bene più commercializzato nel Mediterraneo, la struttura del settore sta cambiando. Le esportazioni di gas e petrolio perdono importanza a favore dei prodotti raffinati. Grecia e Malta intensificano le esportazioni verso i paesi del Mediterraneo orientale come Turchia ed Egitto.

  • Chimica: Egitto e Cipro -> Mediterraneo orientale ed Europa mediterranea

Il settore dei prodotti chimici e delle materie plastiche, una delle industrie tradizionali egiziane, è orientato all’esportazione, con Turchia e Libano come clienti principali. I flussi verso l’Europa mediterranea sono in aumento, in particolare verso la Francia. Anche Cipro mira ai paesi del Mediterraneo orientale, in particolare Israele, Grecia e Libano.

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1Europa Mediterranea:Portogallo, Spagna, Francia, l’Italia, Slovenia, Grecia, Cipro e Malta

2Mediterraneo Meridionale: Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, ed Egitto

Mediterraneo orientale: Israele, Turchia, e Libano

Balcani: Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia e Montenegro

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Antonella VONA

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