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11/05/2023
Pubblicazioni economiche

Studio sulle insolvenze d’impresa in Europa centrale e orientale

Studio sulle insolvenze d’impresa in Europa centrale e orientale

Tante le sfide che le imprese devono affrontare alla luce dell’incremento del numero delle insolvenze d’impresa

  • Le insolvenze d’impresa in Europa centrale e orientale hanno registrato un aumento nel 2022 a causa dei prezzi elevati dell’energia e dei fattori produttivi, del rialzo dei tassi di interessi, dei livelli di inflazione, i più elevati da decenni, e delle incertezze correlate alla guerra in Ucraina. 
  • Otto paesi hanno registrato un incremento del numero di insolvenze (Bulgaria, Croazia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Serbia), mentre quattro una diminuzione (Repubblica Ceca, Estonia, Slovacchia e Slovenia
  • Il ritmo di crescita delle insolvenze ha subito un’accelerazione nel 2022, facendo seguito a un calo del livello di insolvenze nel 2020 e un aumento nel 2021.

L’Europa centrale e orientale ha assistito a numerosi cambiamenti economici nel corso degli ultimi tre anni. Le misure di sostegno all’economia, diverse da paese a paese, e i cambiamenti giuridici hanno avuto un impatto eterogeneo e significativo sull’andamento delle insolvenze d’impresa. La pandemia di COVID e il rallentamento economico che ne è conseguito, così come l’impatto economico della guerra in Ucraina, hanno suscitato incertezze che a loro volta pesano sull’attività economica, qui mercati delle materie prime ma anche sulla liquidità e il comportamento di pagamento delle imprese.

Le economie della regione hanno mostrato segnali di ripresa nel 2021 e nel primo semestre 2022, con la maggior parte dei paesi che ha registrato tassi di crescita elevati malgrado una volatilità importante. Le misure di sostegno all’economia e alle imprese messe in atto dai governi hanno contribuito al calo del numero delle insolvenze d’impresa nel 2020. Il processo di revoca di tali misure è stato progressivo, le imprese infatti continuano a beneficiarne malgrado nel 2021 i tassi di interesse fossero ancora bassi.

Coface stima che il numero totale di procedure concorsuali in Europa orientale è passato da 25.917 nel 2021 a 36.090 nel 2022, ossia un aumento del 39,3%. Otto paesi hanno registrato un numero di insolvenze più elevato nel 2022 (Bulgaria, Croazia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Serbia), mentre quattro una diminuzione (Repubblica Ceca, Estonia, Slovacchia e Slovenia). Serbia e Ungheria hanno subito l’aumento più forte (rispettivamente +106% e +86%), mentre l’Estonia quello più basso (-17%).

Come previsto, i settori a forte consumo di energia sono quelli che hanno risentito maggiormente dell’impennata dei prezzi delle materie prime, con un incremento dei costi operativi. In Polonia, per esempio, i settori della chimica, metallurgia, carta/legno e agroalimentare hanno segnalato ritardi di pagamento più lunghi rispetto alla media, e in crescita rispetto al 2021. Questi settori sono anche ampiamente rappresentati nelle statistiche regionali delle insolvenze: in particolare, metalli, carta, legno e agroalimentare hanno registrato tassi di insolvenza elevati e in aumento.

Anche il settore delle costruzioni è stato fortemente colpito, i cui tassi di insolvenza sono particolarmente alti in Croazia, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania e Polonia, a causa dei prezzi elevati dei materiali edilizi e input. Il settore ha registrato un rallentamento del mercato immobiliare dovuto all’aumento dei tassi di interesse e di una crescente inflazione, oltre alla sfida dalla carenza di manodopera. Infine, anche il commercio al dettaglio è una quota importante di insolvenze nella maggior parte dei paesi della regione sebbene l’aumento delle procedure in questo settore siano rimaste relativamente limitate nel 2022. L’inflazione persistente pesa sempre più sulle spese delle famiglie, comportando un incremento del numero di insolvenze nel settore.

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Antonella VONA

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