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28/01/2020
Pubblicazioni economiche

Studio sui pagamenti in Turchia nel 2019

Studio sui pagamenti in Turchia nel 2019

Coface pubblica la seconda edizione del sondaggio sui pagamenti in Turchia, a cui hanno partecipato 586 imprese del Paese. Lo studio rispecchia la percezione del settore privato sul rischio di mancato pagamento e le prospettive economiche.

Il peggioramento della liquidità è in fase di rallentamento e meno imprese hanno dichiarato termini più difficile di pagamento.

Nel 2019, il termine medio di pagamento concesso dalle imprese turche ai propri clienti era di quasi 85 giorni sul mercato domestico e 69 giorni sui mercati di esportazione. Nel 2017, le imprese hanno dichiarato che il termine di pagamento medio era di 108 giorni (senza menzionare i mercati nazionali o di esportazione). Dopo lo shock valutario dell’agosto 2018, sembra infatti che le imprese turche preferiscano pagamenti a breve termine anziché assumersi il rischio di mancato pagamento nel lungo periodo. A livello internazionale, i tempi medi di pagamento rimangono lunghi. In Turchia, solo il 40,5% delle imprese intervistate richiede ai propri clienti export che i pagamenti vengano effettuati entro 60 giorni. Sul mercato interno, questo ratio scende addirittura al 33% (87% in Germania, 65% in Polonia e 44% in Cina, indipendentemente dai mercati domestici o export).

Quanto ai ritardi di pagamento, si continuano a verificare ritardi, seppur più brevi. Sul mercato domestico, i ritardi di pagamento sono stati in media di 41 giorni. Sul fronte interno, quasi la metà delle imprese si aspetta un prolungamento e un aumento dei termini di pagamento. Questa prospettiva è confermata anche a livello settoriale, con pochissimi settori che prevedono di abbreviare i termini di pagamento nel 2020.

Nonostante il recente bilanciamento delle dinamiche macroeconomiche, il 44% delle aziende si aspetta che le condizioni economiche subiscano un peggioramento nel Paese. Carta, farmaceutica, metalli, costruzioni sono tra i settori più colpiti. Le condizioni più rigide di accesso ai finanziamenti e una domanda interna più ristretta sono considerate tra i fattori che pesano sulla capacità di pagamento delle imprese. Trai fattori chiave che spingono le imprese a vendere a termine si evidenziano la contrazione della liquidità dei clienti domestici e la concorrenza sui mercati di esportazione. Nonostante queste sfide, la volontà di effettuare nuovi investimenti nel 2020 rimane elevata per alcuni settori come la farmaceutica e l’agroalimentare.

Dal punto di vista delle esportazioni, le case automobilistiche sembrano relativamente più caute con quasi il 20% dei partecipanti che ha dichiarato un calo delle aspettative sulle entrate da esportazione per il 2020, superiore alla media dello studio del 9%. Ciò non sorprende, considerando le sfide che i produttori di auto devono affrontare sul mercato globale (rigide normative contro i rischi ambientali, rallentamento dell'economia globale, riduzione delle vendite e calo della redditività).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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