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15/10/2018
Pubblicazioni economiche

Ridistribuzione dei giochi nei mercati emergenti

Ridistribuzione dei giochi nei mercati emergenti

Lo scorso trimestre è stato segnato dal continuo aumento dei prezzi del petrolio così come dalle fuoriuscite di capitale da parte dei mercati emergenti, che hanno alimentato il deprezzamento delle valute (grafico 2, pag 4). La scorsa estate, il peggioramento delle crisi valutarie in Argentina e Turchia (da qui il declassamento delle valutazioni rischio paese nel 2° trimestre) hanno rappresentato dei casi emblematici.

Questa tendenza è cominciata in un contesto di dinamica altamente positiva dell’economia americana (crescita superiore al 4% nel 2° trimestre, fiducia delle imprese ai massimi livelli da 14 anni), che ha sorpreso sia i player del mercato che la Federal Reserve, portando quest’ultima ad inasprire più del previsto la politica monetaria.

La particolare vulnerabilità dei paesi emergenti spiega questa tendenza. Argentina e Turchia sono caratterizzate da forti squilibri esterni dal punto di vista economico e dalla dipendenza dai finanziamenti esteri. Gran parte del loro debito pubblico e privato è denominato in valuta estera. L’estate scorsa, in Argentina e in Turchia, l’accelerazione del deprezzamento delle valute è stata aggravata da diversi fattori.

Per quanto riguarda l’Argentina, la decisione del 29 agosto scorso del Presidente Mauricio Macri di chiedere l’erogazione anticipata dei fondi sul prestito di 50 miliardi di dollari concessi nel quadro del programma che il paese ha firmato con l’organizzazione finanziaria internazionale la scorsa primavera, ha fatto preoccupare i detentori di peso argentini.

Tutto ciò ha avuto l’effetto contro produttivo di creare un’ondata di panico per l’economia argentina già in crisi, registrando un tasso medio di inflazione annua del 30% per il 2018, secondo le previsioni. In seguito a questo annuncio, il peso argentino è crollato del 13% circa in un solo giorno e la banca centrale è stata costretta ad aumentare il proprio tasso di riferimento di 1550 punti di base, per raggiungere il 60% all’anno. Quest’anno, il rapido inasprimento delle condizioni del credito farà sprofondare l’economia argentina nella recessione (-2,4% dopo un +2,9% nel 2017). Il continuo peggioramento dell’economia argentina si riflette nelle valutazioni settoriali Coface con il declassamento di sei settori su tredici (pag.9). La maggior parte delle valutazioni settoriali infatti, rientra nella categoria di “rischio elevato” e “rischio molto elevato”.

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