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16/12/2019
Pubblicazioni economiche

Insolvenze d'impresa in Francia: meno numerose ma di maggiori dimensioni

Insolvenze d'impresa in Francia: meno numerose ma di maggiori dimensioni

Nei primi dieci mesi dell’anno, in Francia, le insolvenze d’impresa sono diminuite del 3,3%. Dopo un primo trimestre difficile, dal mese di maggio a causa soprattutto delle ripercussioni del movimento dei “gilet gialli”, sono continuamene diminuite. Per il quarto anno consecutivo, il numero di insolvenze dovrebbe subire una contrazione per l’intero anno. Coface prevede una timida ripresa delle insolvenze nel 2020 (+0,9%), per un totale di circa 52.000 procedure, principalmente dovute a un rallentamento atteso nel settore delle costruzioni, fortemente trainato nel 2019 dai lavori pubblici. Il picco di attività, con l’avvicinarsi delle elezioni municipali, ha permesso una forte diminuzione delle insolvenze nel settore, che concentra più di un quarto delle insolvenze. I servizi ai privati e la distribuzione, dipendenti dai consumi, hanno ampiamente beneficiato dell’aumento del potere d’acquisto delle famiglie, permesso dal dinamismo del mercato del lavoro e dalle misure fiscali adottate dal governo in seguito al movimento dei “gilet gialli”.

AI contrario, se i trasporti risentono ancora dell’incremento del numero delle insolvenze dei taxisti e degli autotrasportatori, il settore automobilistico risente di un aumento del costo delle insolvenze, sebbene la numerosità sia ridotta. Questa apparente contraddizione si spiega con le difficoltà riscontrate nel 2019 da parte dei produttori di componenti di auto, la cui quota di mercato è significativa nonostante il numero limitato. Più in generale, i primi dieci mesi dell’anno sono stati caratterizzati da una crescita delle insolvenze per le imprese con oltre 5 milioni di euro di fatturato – da notare in particolare, sei imprese con fatturato superiore a 200 milioni di euro, hanno avviato una procedura di insolvenza durante questo periodo, principalmente a causa dei cambiamenti strutturali in questione.

Secondo il primo studio realizzato da Coface nell’autunno 2019, le imprese francesi sono abbastanza positive sull’evoluzione della propria liquidità nel 2020; ma lo sono molto meno per quanto riguarda l’economia francese e la congiuntura mondiale. La metà degli intervistati stima che l’attività all’esportazione continuerà ad essere minacciata principalmente dalle tensioni commerciali e dal rischio geopolitico, molto più che dalla Brexit o da una eventuale recessione negli Stati Uniti. Alla luce di tali rischi, il 2020 offrirà anche opportunità in termini di esportazione, in particolare nel resto dell’Unione europea, che le imprese del settore industriale considerano il mercato più dinamico per l’anno prossimo, davanti a Nord America e Asia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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