Economia messicana: maggiori difficoltà all’orizzonte

Dal 2012, l’economia messicana ha registrato un miglioramento al di sopra della media dell’America Latina. La Regione ha subito una contrazione dello 0,5% nel 2015, il Messico, la seconda economia per grandezza, è cresciuta del 2,5%. Le previsioni a breve termine non sono così rosee Coface prevede che il PIL del paese crescerà dell’1,6% nel 2016 e dell’1,5% nel 2017.
Il rallentamento è ascrivibile ad un contesto globale difficile. Le elezioni presidenziali americane hanno creato volatilità nel mercato messicano, a causa della sua forte dipendenza economica dagli Stati Uniti. L’approccio meno aperto al commercio mostrato dai candidati presidenziali sta ostacolando le relazioni commerciali. Al di là della questione politica, Coface prevede che l’economia statunitense continuerà a rallentare nel 2017 (registrando un +1,5%, dopo un +1,6% nel 2016). In questo scenario, oltre ad un’attività industriale debole negli Stati Uniti, anche il settore manifatturiero messicano delude. Il crollo della produzione di petrolio, con prezzi bassi a livello internazionale, continua a rappresentare il problema principale in termini fiscali. Il debito pubblico ha subito un incremento del 42,5% nel 2015, già aumentato del 38,3% nel 2013, e si prevede raggiunga il 45% entro la fine dell’anno. Questo scenario macroeconomico negativo avrà evidenti ripercussioni a livello microeconomico: con un evidente rallentamento dei settori legati ai consumi privati. Coface ha declassato la valutazione del rischio per i settori della distribuzione e dell’auto del paese, mentre i settori che dipendono dalle materie prime rimangono a rischio.

• Situazione economica incerta
• Barometro settoriale