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09/02/2021
Pubblicazioni economiche

Barometro Rischio Paese e Settoriale – 4° Trimestre 2020

Barometro Rischio Paese e Settoriale – 4° Trimestre 2020

A distanza di un anno dalla comparsa dei primi casi di COVID-19 al di fuori della Cina, le incertezze legate alla pandemia sono ancora elevate malgrado l'annuncio dell'arrivo di diversi vaccini a fine 2020. Queste incertezze si possono riassumere in una domanda: a quando l'immunità di gregge? Dipenderà dalla velocità con cui la popolazione sarà vaccinata condizionando la fine dei “cicli a singhiozzo”, ovvero i successivi processi di confinamento dannosi per l'attività economica. Secondo le previsioni, la prima metà del 2021 sarà simile al 2020, segnato dalla più forte recessione globale dalla fine della seconda guerra mondiale (-3,8%). Supponendo che le principali economie avanzate riescano a vaccinare almeno il 60% della loro popolazione (la soglia approssimativa che consente teoricamente di raggiungere l'immunità collettiva) entro l'estate 2021, la crescita mondiale potrebbe attestarsi in media al +4,3% nel 2021, mentre il commercio mondiale dovrebbe aumentare del +6,7% in volume (dopo -5,2% nel 2020). Quanto alle insolvenze, nel 2020 sono diminuite in tutte le regioni (-22% nell'Eurozona, -19% in Asia Pacifico e -3% in Nord America) grazie ai piani di sostegno dei governi, dalla cui prosecuzione dipenderà la sopravvivenza di molte aziende quest'anno: senza questi piani, Coface stima che lo scorso anno il numero di insolvenze sarebbe aumentato del 36% a livello globale (contro un calo registrato del 12%).

La ripresa economica non gioverà allo stesso modo a tutte le imprese: tra i 23 miglioramenti delle valutazioni rischio settoriale in questo trimestre, quasi la metà sono attribuibili al settore automobilistico, la cui crescita è stata sorprendentemente positiva nella seconda metà del 2020, seguita da costruzioni e chimica. Non stupisce che molti servizi rimarranno rallentati a lungo dalla pandemia: il trasporto è il settore più colpito con 9 declassamenti. Queste differenze tra settori celano altre forti disuguaglianze. In primo luogo, tra paesi: mentre la performance della Cina e di altre economie asiatiche (ad esempio Taiwan, la cui valutazione paese è migliorata) sta rafforzando la crescita mondiale, quest'anno le principali economie avanzate non torneranno ai livelli di PIL pre-crisi. Tra questi, quelli che dipendono maggiormente dai servizi (come la Spagna o il Regno Unito), o che sono in ritardo nella campagna di vaccinazione, impiegheranno più tempo per la ripresa. Per le economie emergenti, l'accesso ai vaccini e la capacità dei governi di mantenere politiche fiscali a sostegno delle imprese e delle famiglie saranno due delle principali fonti di disparità nel 2021. Inoltre, salvo eccezioni, non possono più fare affidamento sulle proprie banche centrali per allentare la politica monetaria, da quando nel 2020 hanno esaurite le ultime risorse

Rispetto al resto della popolazione, la perdita di posti di lavoro ha colpito maggiormente i lavoratori meno qualificati, i giovani e le donne, queste categorie sono particolarmente presenti nelle attività di servizi più penalizzate. Questo aumento di disparità di reddito durerà a lungo e porterà a maggiori tensioni sociali. Come già evidenziato lo scorso trimestre, l’incremento delle disuguaglianze, unito al diffuso malcontento nei confronti dei governi può incoraggiare una maggiore frequenza di proteste e violenze potenziali quest’anno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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