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16/03/2020
Rischio Paese e Studi economici

Studio sul comportamento di pagamento delle imprese in Polonia: ritardi di pagamento più brevi ma prospettive difficili

Studio sul comportamento di pagamento delle imprese in Polonia: ritardi di pagamento più brevi ma prospettive difficili

Malgrado il rallentamento economico, l’ultimo sondaggio di Coface sui pagamenti delle imprese in Polonia mostra che dal 2017 i ritardi di pagamento si sono sistematicamente accorciati. Tuttavia, occorre monitorare l’impatto dell’epidemia di coronavirus sull’economia polacca.

Termini di pagamento: trasporti e costruzioni offrono condizioni più generose

La crescita del PIL polacco ha raggiunto il 4,1% nel 2019, in diminuzione rispetto al 5,1% registrato nel 2018. Un rallentamento che dovrebbe proseguire: Coface prevede infatti, che la crescita del PIL raggiungerà il 3,3% nel 2020. In questi ultimi anni, il contesto macroeconomico positivo ha creato condizioni favorevoli per le imprese. Tuttavia, l’impatto del COVID-19 deve essere monitorato, soprattutto per quanto riguarda i partner commerciali. Gli effetti a catena del coronavirus potrebbero avere un ulteriore impatto sulle prospettive economiche del Paese.

La metà delle imprese polacche intervistate ha dichiarato di concedere in media termini di pagamento fino a 30 giorni. Sono stati osservati ritardi di pagamento in calo soprattutto nell’intervallo tra i 91 e i 120 giorni, con una diminuzione di 1,3 punti e una riduzione media globale dei termini di pagamento da 47,3 giorni nel 2018 a 47 giorni nel 2019.

In questo contesto, il 59% delle imprese intervistate prevede che i termini di pagamento offerti alle piccole e medie imprese non cambino nei prossimi mesi. Al contrario, i termini di pagamento concessi ai grandi clienti dovrebbero aumentare per il 60% delle imprese intervistate.

Ritardi di pagamento leggermente più brevi

In Polonia, 9 imprese su 10 hanno registrato ritardi di pagamento nel 2019, la pratica sembra essere quindi diffusa nel mondo imprenditoriale polacco. Tuttavia, i ritardi di pagamento medi (57,2 giorni nel 2019) hanno subito una lieve riduzione: circa 3 giorni in meno rispetto al 2018. Nella vicina Germania, principale partner commerciale della Polonia, i ritardi medi di pagamento si sono accorciati di 3 settimane: 35,5 giorni, secondo l’ultimo studio Coface sui pagamenti in Germania. In Turchia, la media dei ritardi di pagamento ha raggiunto i 40,7 giorni per le vendite domestiche e 58,1 giorni per quelle all’esportazione, secondo l’ultimo sondaggio di Coface sui pagamenti in Turchia.

I diversi settori dell’economia continuano a dover far fronte a ritardi di pagamento importanti, a livelli differenti. Sebbene i trasporti siano uno dei 5 settori del sondaggio a dichiarare una riduzione dei ritardi – insieme ad agroalimentare, chimica, auto e costruzioni – il 70% delle sue imprese hanno registrato ritardi di pagamento di oltre 6 mesi. Il settore registra una media di ritardi di pagamento pari a 121,7 giorni. Anche la media dei ritardi nel settore delle costruzioni ha superato i 100 giorni (104,2). Questi due settori sono stati tra i più generosi, offrendo in media termini di pagamento lunghi (il 50% delle imprese di trasporti intervistate e il 38% nelle costruzioni hanno offerto termini di pagamento di oltre 90 giorni).

Tra i settori soggetti a ritardi di pagamento (tessile, carta-legno, farmaceutica, commercio al dettaglio, metalli, TIC ed energia), quello dei metalli ha registrato l’aumento più forte: circa 13 giorni, vale a dire da 53 a 66 giorni. Il peggioramento del settore dei metalli è già stato messo in evidenza da Coface con il declassamento dei rischi da moderato a elevato.

Le vendite dovrebbero stabilizzarsi

Malgrado un ulteriore calo della crescita del PIL, il 50% delle imprese ha dichiarato un incremento della redditività a breve termine, e il 10% una redditività invariata al livello attuale. I settori del tessile-abbigliamento, dell’auto e dell’energia prevedono un miglioramento consistente delle vendite. Al contrario, i settori dei prodotti farmaceutici, dei metalli e delle costruzioni si aspettano una diminuzione delle vendite nel corso dei prossimi mesi.
Secondo lo studio, la maggior parte dei settori prevede che il numero di insolvenze diminuirà nei prossimi mesi. Sebbene la Polonia non sia stata ancora colpita dall’epidemia di COVID-19 gli imprenditori avrebbero sicuramente dato risposte meno ottimiste se il sondaggio fosse stato realizzato a inizio 2020.

 

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Antonella VONA

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