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22/12/2016
Rischio Paese e Studi economici

L’economia sudafricana risente della crisi del settore agricolo e minerario

L’economia sudafricana risente della crisi del settore agricolo e minerario

L’economia sudafricana risente della crisi del settore agricolo e minerario, oltre alle incertezze dovute al rallentamento degli investimenti

  • Dopo il picco nel 2011, la performance di crescita del Sudafrica ha registrato un costante declino
  • I servizi finanziari e la distribuzione sono resilienti ma l’economia interna ha risentito di crisi prolungate nel settore agricolo e minerario
  • Si evidenzia un aumento dei rischi per alcuni settori strategici, come l’automotive e l’agroalimentare, con un possibile effetto sull’economia nazionale a livello macro
  • Una buona notizia: il Sudafrica beneficia di un’economia ben diversificata
  • Il paese rimane la seconda più grande economia del continente africano ed è al primo posto in termini di produzione manifatturiera

Ancora nessun segnale di ripresa sostenuta

Le preoccupazioni sulla performance economica del paese sono state amplificate a causa del prolungato declino economico iniziato nel 2011. Malgrado la timida ripresa nel 2016, il tasso di crescita è rimasto basso. Coface prevede che il tasso di crescita del PIL del paese aumenterà di pochissimo l’anno prossimo, 0.8%, dopo il rallentamento nel 2016 dovuto agli effetti della forte siccità sull’agricoltura. I consumi privati, che contano per il 60% circa del PIL nazionale, rimarranno deboli nel 2017, principalmente a causa di un basso potere di acquisto, che continuerà così secondo le previsioni.

Mentre il governo sudafricano stenta a ridurre le spese, si prevede un aumento dei costi. Le imprese statali rappresentano l’ostacolo ai programmi di contenimento delle spese, in particolare nel contesto attuale di crescita bassa.

Un’altra problematica per l’economia sudafricana è il livello contenuto degli investimenti di capitale, trend confermato anche nei prossimi anni.

L’aumento delle tensioni politiche preoccupa gli investitori, in particolare dopo la contestata legittimità dell’elezione del Presidente Zuma. Questa situazione potrebbe far aumentare il rischio di destituzione sovrana, riducendo l’entusiasmo degli investitori.

Il Sudafrica è ancora uno dei principali paesi industrializzati della regione, in particolare nel settore manifatturiero. Malgrado la debolezza del mercato domestico ed estero (oltre a un impatto negativo dei tassi di cambio volatile), il manifatturiero rimane un settore centrale, insieme a automotive, chimica, nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, elettronica e tessile-abbigliamento.

Previsioni di rischio maggiore per il settore agroalimentare e auto

I settori agroalimentare e automotive rappresentano le maggiori preoccupazioni in termini di rischio.

L’agroalimentare è uno dei più evoluti nella regione sub-sahariana, è infatti la principale priorità del governo nel ‘New Growth Path’. E’ uno dei più grandi segmenti manifatturieri in Sudafrica, che fornisce occupazione per il 30% circa della popolazione attiva. Il mercato agroalimentare del paese è ben consolidato e garantisce una stabilità sicura in termini di domanda. Tuttavia, il settore agroalimentare sudafricano deve affrontare alcune sfide, portando Coface a valutare il comparto a rischio molto elevato. Le difficoltà principali sono il peggioramento del contesto macroeconomico e le incertezze sulle politiche economiche, che deteriorano sempre più i consumi e la fiducia delle imprese.

Le altre preoccupazioni che interessano il settore riguardano la possibile riduzione degli investimenti, le strutture rurali inadeguate e la debolezza della valuta locale rispetto al dollaro statunitense.

Il settore automotive potrebbe vedere aumentare i rischi nell’immediato futuro, ma beneficia anche di alcuni vantaggi, come le esportazioni, una posizione geografica favorevole e una forte presenza di produttori multinazionali all’interno del mercato nazionale – il segmento automotive sudafricano deve far fronte a un contesto economico deteriorato, elevata inflazione e tassi di interesse in aumento. Tutti questi fattori influiscono negativamente sul potere di acquisto e trascinano in basso le vendite domestiche. Le vendite di nuovi autoveicoli potrebbero risentire delle incertezze legate alla stabilità del mercato del lavoro e alle costanti minacce di scioperi.  

La debolezza del rand potrebbe far aumentare la pressione sui costi di produzione, che i produttori di auto a loro volta potrebbero progressivamente trasferire al prezzo finale.

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Antonella VONA

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