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26/03/2024
Pubblicazioni economiche

Indagine sui pagamenti in Cina nel 2024

Indagine sui pagamenti in Cina nel 2024
I RITARDI DI PAGAMENTO CONTINUANO A DIMINUIRE, MA LE AZIENDE SONO SEMPRE PIÙ CAUTE

Per l'economia cinese il 2023 è stato un anno di normalizzazione dell’attività economica e delle pratiche commerciali delle imprese in materia di termini di pagamenti post-pandemia. Con il ritorno alla normalità della concorrenza e delle pratiche di mercato, un maggior numero di aziende ha concesso dilazioni di pagamento. Questo differisce dalla flessibilità che i fornitori erano stati in qualche modo costretti ad adottare durante la pandemia, quando i clienti si sono trovati ad affrontare condizioni di liquidità più rigide. Tuttavia, la maggiore disponibilità a concedere dilazioni di pagamento è stata accompagnata da una crescente cautela da parte delle imprese, come dimostra l'incremento dell'utilizzo di strumenti di gestione del rischio e i termini di pagamento più restrittivi.

L'indagine di Coface sui pagamenti delle imprese in Cina 2024 rivela che i termini di pagamento medi sono diminuiti da 81 giorni nel 2022 a 70 giorni nel 2023. Un numero maggiore di intervistati ha segnalato ritardi di pagamento nel 2023: su 1.020 imprese intervistate, il 62% ha registrato ritardi, rispetto al 40% del 2022. La forte concorrenza è stata citata come una delle principali ragioni delle difficoltà finanziarie dei clienti, legate in parte all'eccessiva capacità produttiva di alcuni settori. La pressione sui costi non sembra essere un ostacolo significativo per le aziende cinesi, in linea con il contesto inflazionistico relativamente debole della Cina.

L’aumento dell'incidenza dei ritardi di pagamento potrebbe non corrispondere necessariamente a un peggioramento della liquidità delle imprese. Infatti, i ritardi di pagamento, misurati in numero di giorni, sono migliorati significativamente nel 2023, con una diminuzione da 83 giorni nel 2022 a 64 giorni nel 2023. Il totale dei giorni di vendita in sospeso (DSO) - la somma dei ritardi medi di pagamento e dei termini di pagamento - si è anch'esso ridotto da 164 a 133 giorni, indicando un generale miglioramento del flusso di cassa. L'indagine ha inoltre rivelato una continua tendenza alla riduzione dei ritardi di pagamento ultra-lunghi (ULPD, superiori a 180 giorni) superiori al 2% del fatturato annuo, una soglia che indica un elevato rischio di mancato pagamento sulla base dell'esperienza di Coface. Solo il 33% degli intervistati ha segnalato tali ritardi, il secondo livello più basso dal 2014.

Si riscontrano ancora notevoli divergenze tra i diversi settori in termini di rischio credito. L'edilizia ha registrato i ritardi di pagamento più lunghi (84 giorni), con gli immobiliaristi che continuano a subire forti pressioni finanziarie a causa della lenta ripresa delle vendite di nuovi immobili, mentre il settore tessile sembra avere i rischi di mancato pagamento più elevati (ULPD superiori al 2% del fatturato). La situazione non migliorerà nel 2024, per via della domanda e del costo della manodopera in aumento. Per il futuro, la maggior parte degli intervistati resta ottimista sulle prospettive economiche per il 2024, inoltre un maggiore sostegno politico potrebbe portare un po' di fiducia alle aziende. A questo proposito, il settore farmaceutico è il più ottimista, seguito dall'industria automobilistica. La concorrenza spietata è ancora considerata il rischio maggiore per le attività commerciali nel 2024, malgrado si preveda un’attenuazione a partire dal 2023 grazie all'alleggerimento delle scorte. Per il 2024 il governo potrebbe dover aumentare la spesa per stabilizzare complessivamente la domanda.

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