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20/09/2017
Pubblicazioni economiche

In America latina è tempo di far fronte alle lacune delle infrastrutture

In America latina è tempo di far fronte alle lacune delle infrastrutture

Durante il superciclo delle materie prime, durato oltre un decennio, più o meno fino al 2014, le economie dell’America Latina hanno registrato performance solide.

La crescita era visibile anche in un contesto di carenza generale delle infrastrutture. L’aumento delle entrate da esportazione di materie prime ha portato a una espansione dei consumi domestici pubblici e privati. In questi anni, l’attività è stata guidata da una fiorente classe media emergente e dai governi populisti che hanno ignorato l’aspetto ciclico delle materie prime. Il crollo dei prezzi a livello internazionale, diventato più evidente dalla metà del 2014, ha avuto forti ripercussioni sulla crescita, esponendo la regione a vulnerabilità. Di conseguenza, i termini meno favorevoli degli scambi commerciali hanno causato il deprezzamento delle valute fluttuanti dell’America Latina rispetto al dollaro. Tale deprezzamento non è stato sufficiente a spingere la competitività dei prodotti manifatturieri, portando al peggioramento della bilancia commerciale, generando forti deficit nei conti correnti e pubblici della regione. Dopo due anni di crescita negativa, si prevede nel 2017 una ripresa dell’attività regionale. Coface prevede una performance poco soddisfacente, pari a un timido 1,2%.

Negli ultimi anni, la performance debole della regione evidenzia alcune difficoltà in termini di competitività. Il problema deriva da una combinazione di fattori, incluse le normative sul lavoro, le pesanti tasse, il livello generale di istruzione, la burocrazia e la carenza di infrastrutture. Questo Panorama analizza gli indicatori in Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Messico e Perù, con un focus dettagliato sulla debolezza delle infrastrutture nella regione – principale fattore del rallentamento economico. La Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (ECLAC) stima che la regione necessita di investire il 6,2% del PIL annuale, per il periodo 2012-2020 (circa 320 miliardi di dollari), al fine di eliminare il divario tra domanda e offerta. Tale obiettivo è ben lontano dall’attuale livello degli investimenti, dal momento che nessuna delle maggiori economie della regione sta al momento investendo più del 3% del PIL in infrastrutture.

Con le spese pubbliche sotto pressione, nella regione si sono rafforzate le partnership pubblico privato (PPP). Secondo l’Economist Intelligence Unit Index per gli investimenti delle PPP, Cile, Colombia e Brasile, possiedono rispettivamente il primo, secondo e terzo migliori contesti per le partnership pubbliche e private. Complessivamente, il contesto adatto alla promozione di queste partnership è leggermente migliorato grazie a una migliore legislazione, ma c’è ancora spazio per ulteriori progressi. Mancanza di trasparenza, condizioni poco favorevoli e fonti limitate di finanziamento sono solo alcune delle problematiche da affrontare. Ultimo ma non meno importante, i lavori di infrastrutture pubbliche sono ancora soggetti alla corruzione in molti paesi – in quanto testimoni di una recente escalation di scandali politici. Se l’obiettivo è attrarre investitori esteri, questi eventi devono essere contrastati con condanne più severe.

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