Imprese in Grecia: finalmente una nuova partenza?

Mentre la Grecia si prepara ad uscire dal terzo piano di salvataggio, i segnali di ripresa economica si moltiplicano: il 2017 è stato segnato dal ritorno di una crescita positiva (+1,4%). Malgrado il rallentamento nella zona euro, il PIL greco dovrebbe crescere del 2% quest’anno. Nel primo semestre 2018, le famiglie e le imprese greche erano più ottimiste rispetto al 2017.

Il recente miglioramento della congiuntura è lontano dal cancellare tutte le piaghe della crisi: tra il 2008 e il 2015, il PIL e gli investimenti sono crollati rispettivamente del 25% e del 60%, il tasso di disoccupazione ha  raggiunto il 28% e il fatturato delle imprese è diminuito di un terzo. I salari e i prezzi dell’immobiliare si sono ridotti della metà. Le banche greche, malgrado la loro ricapitalizzazione nel 2015, continuano a registrare tassi elevati di crediti deteriorati.

Il FMI e la Commissione Europea stimano che all’economia occorreranno dieci anni per ritrovare i livelli pre-crisi.

Le riforme intraprese dal 2008 hanno tuttavia permesso un risanamento dei conti pubblici che presentano un surplus primario dal 2016.

Gli squilibri delle finanze pubbliche e della bilancia corrente all’origine della crisi, sono stati in parte riassorbiti grazie a importanti aggiustamenti finanziari e al prezzo di una forte svalutazione interna. La credibilità finanziaria si è rafforzata, consentendo al paese di fare ritorno sui mercati internazionali e sospendere in parte il controllo dei capitali.

Le imprese hanno guadagnato competitività e si sono disindebitate; sono più orientate all’esportazione, permettendo lo sviluppo di nuove filiere e l’evoluzione del tessuto produttivo. Tali cambiamenti sono confermati dalle incertezze che incombono oggi sulle imprese greche, più legate al contesto esterno (rallentamento della crescita nel resto della zona euro, rischi politici multipli) piuttosto che a quello interno.