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19/04/2018
Pubblicazioni economiche

Barometro rischio paese e settoriale 1° trimestre 2018: il picco di crescita è passato

Barometro rischio paese e settoriale 1° trimestre 2018: il picco di crescita è passato

Nel 1° trimestre i segnali economici positivi hanno continuato ad accumularsi: crescita sostenuta degli investimenti e situazione prossima alla piena occupazione nella maggior parte dei paesi che spingono le famiglie a consumare di più. Le imprese beneficiano a pieno di questo circolo virtuoso: quest’anno il numero delle insolvenze dovrebbe nuovamente diminuire nella zona euro e negli Stati Uniti, rispettivamente del -7% e -5%. Secondo le previsioni Coface, il Portogallo sarà l’esempio migliore dell’unione monetaria, il paese viene infatti riclassificato da A3 ad A2. L’unico aspetto negativo è rappresentato dai primi segnali che indicano la fine di questo ciclo. Sebbene la fiducia delle imprese rimanga solida nella maggior parte delle economie avanzate ed emergenti, è un po’ rallentata. Sempre più imprese temono i vincoli di offerta (insufficienza di attrezzatura e manodopera) e il rischio di protezionismo.

Paradossalmente, questo periodo di crescita sostenuta coincide con un livello di rischio politico ancora elevato, segno che il malcontento sociale resta attuale malgrado una situazione prossima alla piena occupazione e l’evoluzione (sicuramente timida) dei salari in molti paesi. Lo confermano i risultati delle elezioni in Italia e i diversi annunci delle misure protezioniste di Donald Trump. Al momento, queste decisioni americane sono insufficienti per rimettere in discussione la buona dinamica del commercio mondiale (+3,7% quest’anno, secondo le previsioni Coface).

In questo contesto di aumento della domanda mondiale, i prezzi delle principali materie prime sono orientati al rialzo. A cominciare dal petrolio (di cui Coface prevede che il prezzo al barile di brent raggiungerà i 65 dollari in media nel 2018), portando Coface a rivedere positivamente la valutazione dei paesi che ne importano molto come la Nigeria (da D a C). Anche il rischio di credito delle imprese del settore energetico sembra più basso in numerosi paesi dell’America Latina (Brasile, Argentina, Cile). La riclassificazione del Sudafrica (da C a B) viene in parte da questa logica (oltre alla tregua sul piano politico). Al contrario, le materie prime più costose cominciano a penalizzare i paesi che le importano (la Tunisia è declassata da B a C). Sempre per quanto riguarda i declassamenti, la valutazione paese del Costa Rica passa da A4 a B e quella della Svezia da A1 ad A2.

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