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03/09/2014
Rischio Paese e Studi economici

La Romania tra i leader della ripresa europea nel 2013, ma per quanto tempo?

La performance economica della Romania l’ha resa uno dei leader della ripresa in Europa. La crescita ha superato le aspettative con un PIL in aumento del 3,5% nel 2013. I settori dell’agricoltura e dell’industria, e in particolare quello dell’auto che fornisce per lo più clienti esteri, sono stati i motori principali di tale aumento. Sebbene la crescita della Romania non proseguirà con questo ritmo nel 2014, le prospettive rimangono positive.

2013: un anno all’insegna della crescita

La crescita del PIL reale della Romania ha superato le aspettative: nel 2013 ha registrato un incremento del 3,5% in media annuale, con il picco più forte del 5,1% nell’ultimo trimestre. I principali fattori di tale crescita sono state le esportazioni, che hanno registrato un forte aumento (+13,5%), in particolare nei settori agricolo e automotive.
La Romania è il paese che più dipende dall’agricoltura dell’Unione Europea: il 31% circa della sua popolazione è impiegato in questo settore. Di conseguenza, l’economia è intrinsecamente legata alle condizioni metereologiche. I raccolti sono stati eccellenti durante l’estate 2013 generando uno shock positivo sull’offerta. Nel 2013, la produzione agricola in Romania ammontava a 17 miliardi di euro (+25%), circa il 5% di quella dei 28 membri dell’UE.
Parallelamente, anche la produzione di veicoli ha contribuito significativamente al commercio estero rumeno. Il paese beneficia di costi della manodopera tra i più bassi in Unione europea, ciò favorisce l’installazione di fabbriche OEM (Original Equipment Manufacturers) principalmente quelle di Ford, ma anche di Renault, consentendo così al marchio locale Dacia di ritrovare un sospiro di sollievo. In Romania il miglioramento delle prospettive per il settore auto a livello internazionale, in aggiunta a capacità di produzione inutilizzate, hanno creato un significativo valore aggiunto per il paese.

«Nel 2013, la Romania ha registrato uno dei più importanti aumenti del PIL in Europa. La crescita del 3,5% risultava ampiamente superiore alla recessione della Zona Euro e alla media dell’1,2% nei paesi dell’Europa centrale e orientale. I principali contributori a tale performance sono tre raccolti agricoli buoni e un alto livello di esportazioni. Tuttavia, nessuno di questi due fattori può essere considerato come realmente duraturo. La ripresa delle economie avanzate sarà positiva per il commercio estero della Romania, soprattutto per il suo settore automobilistico, sebbene la situazione interna del paese rimanga un ostacolo», spiega Grzegorz Sielewicz, Economista della Regione Europa Centrale di Coface.

Barometro settoriale

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  • Trasporti: un pilastro dell’economia rumena

Il settore dei trasporti è uno dei pilastri dell’economia rumena. Il volume del trasporto merci ammontava al 108% del PIL nel 2012, al di sopra della media europea del 95%, ma al di sotto della maggior parte dei paesi vicini (rispettivamente del 174% e del 137% per la Bulgaria e la Polonia).

Questo settore gode di buone prospettive tenuto conto della domanda crescente per questo tipo di servizi, soprattutto grazie alla ripresa nella Zona Euro, principale partner commerciale della Romania. Tuttavia, l’evoluzione della domanda nei servizi di trasporto non dovrebbe tradursi direttamente in un aumento dei profitti netti per tutte le imprese rumene operanti in questo settore. In effetti, l’intensa concorrenza potrebbe generare una pressione al ribasso dei prezzi e così come l’accettazione di margini più bassi nonostante i costi fissi stabili.  Coface prevede così un livello di rischio medio in questo settore in Romania.

  • Agricoltura: raccolte eccezionali nel 2013

La Romania ha beneficiato dell’incremento della sua produzione agricola più degli altri paesi dell’Europa centrale e orientale nel 2013. Ma queste condizioni eccezionali non si ripresenteranno tutti gli anni. Inoltre, come spiegato nel Panorama, il settore agroalimentare presenta un livello di rischio medio in quanto costituito da numerosi attori di medie dimensioni in conflitto per cercare profitti malgrado la pressione dei costi fissi.

Sul piano esterno, la Romania ha la possibilità di sfruttare i disordini in Ucraina. Gli avvenimenti recenti possono consentire alla Romania di posizionarsi come attore superiore sul mercato del grano nel bacino del Mar Nero. Russia e Ucraina sono due importanti produttori di grano nella regione e producono rispettivamente quattro e tre volte in più della Romania. Tuttavia, secondo le stime, la produzione dovrebbe diminuire del 4% per la Russia e del 10% per l’Ucraina quest’anno. Con una domanda internazionale stabile, la Romania sarà in grado di rafforzare le sue capacità produttive, influendo sui prezzi delle esportazioni.

2014 : questa forte crescita durerà a lungo?

Coface prevede che nel 2014 la Romania sarà una delle sole due economie dell’Europa centrale e orientale (insieme alla Lettonia) la cui crescita del PIL non accelererà. Questa forte dinamica di crescita ha poche possibilità di ripetersi, mentre saranno evidenti effetti di base durante la seconda parte dell’anno. La previsione di crescita del PIL reale per il 2014 è pari al 2,5%, in linea con gli altri paesi della regione, per le quali Coface stima una crescita media del 2,4%.

Le previsioni sulla produzione agricola nel 2014 sono contrastanti ma lo scenario più realistico sembra anticipare una raccolta meno buona rispetto al 2013. Le esportazioni saranno ancora trainate dalla domanda di nuove auto, dando un forte contributo ai risultati dell’industria rumena. Anche la domanda interna dovrebbe mostrare segnali di miglioramento, con un aumento dei consumi delle famiglie, ma rimarrà limitata a causa di una crescita debole del credito. Per quanto riguarda la dinamica degli investimenti, non sarà in linea con quella dei consumi privati non essendo ancora le imprese totalmente convinte della sostenibilità della ripresa economica.

«Nel 2014, anche le performance economiche non saranno buone rispetto al 2013 poiché i motori della crescita dell’anno passato non sono sostenibili a lungo, come già conferma la recessione osservata durante i primi due trimestri di quest’anno. Tuttavia, la crescita rimarrà sostenuta, prossima al 2,5% grazie agli importanti volumi esportati verso i paesi della Zona Euro e ad un graduale riequilibrio dell’economia verso la domanda interna» conclude Grzegorz Sielewicz, Economista dell’Europe centrale di Coface.

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Antonella VONA

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