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21/08/2018
Rischio Paese e Studi economici

La Grecia esce dal programma di aiuti internazionali: Le imprese greche stanno conoscendo un rinnovamento - più competitive e meno indebitate

La Grecia esce dal programma di aiuti internazionali: Le imprese greche stanno conoscendo un rinnovamento - più competitive e meno indebitate
  • In Grecia si moltiplicano i segni della ripresa economica
  • Le riforme hanno permesso di mettere ordine nei conti pubblici, di ristabilire la credibilità della Grecia e migliorare il clima di fiducia
  • La crisi ha anche favorito una pulizia dei bilanci delle imprese
  • Continuano a sopravvivere le imprese «zombie» a causa di un insufficiente quadro regolamentare sui fallimenti
  • La debole domanda interna continua a limitare la ripresa
  • Le imprese hanno margini in miglioramento e orientamento all'export

La crescita in ripresa è lontana dal sanare tutte le ferite della crisi

Con l’uscita dal programma di aiuti europeo, la Grecia guarda alla fine di otto anni consecutivi di crisi. Per la prima volta dal 2008, il PIL è cresciuto per quattro trimestri consecutivi. Nel 2017, la crescita si è attestata a +1,4%, trainata dagli investimenti e della domanda esterna dinamica. La crescita dovrebbe avvicinarsi al 2% nel 2018, nonostante la zona euro stia subendo un leggero rallentamento. Le famiglie e le imprese greche stanno anticipando questo miglioramento della congiuntura economica, come conferma il Purchasing Manager Index (54 punti nel primo semestre 2018 mentre nel 2017 si raggiungeva il valore soglia di 50 punti, che indica l’espansione economica) e come confermano gli indicatori sulla fiducia prodotti dalla Direzione Generale per gli Affari Economici e Finanziari della Commissione Europea.

Questa ripresa tanto attesa si è avuta al prezzo di un profondo aggiustamento fiscale e di una svalutazione interna importante, ancor più marcata che in Spagna e Portogallo. Tra il 2008 e il 2015, la Grecia ha perso il 25% del suo PIL, gli investimenti si sono contratti del 60% e il tasso di disoccupazione si attestava al 28%. Alcuni settori, come quello della fabbricazione di mobili, il tessile e del cartone, hanno visto diminuire di più del 70% il proprio valore aggiunto. Dal punto di vista delle imprese, il fatturato è crollato di un terzo e il tasso di investimento è diminuito di circa il 49%. Le microimprese e le PMI, che danno impiego a più del 60% della forza lavoro, sono state le più vulnerabili: in tale periodo circa il 250.000 PMI sono fallite.

L’insolvenza delle imprese resta un problema sottostimato. I dati disponibili non tengono conto delle procedure di pre-insolvenza largamente diffuse e il processo giuridico di liquidazione è lento. Tale inefficienza favorisce la sopravvivenza delle imprese «zombie», insolventi e non redditizie, la cui maggioranza, tra i paesi OCSE, si trova in Grecia.

Il rischio di default delle imprese pesa di conseguenza sulla redditività delle banche. Le banche greche, nonostante la loro ricapitalizzazione nel 2015, continuano a registrare alti tassi di non- performing loan.

Le imprese greche sono più competitive e orientate all’export

Il consolidamento fiscale e la svalutazione interna hanno permesso di ridurre in parte il doppio deficit che ha causato la crisi. Dal 2016 i conti pubblici hanno presentato un avanzo primario e dal 2015 la bilancia corrente è stata in equilibrio. E’ stata ristabilita la credibilità fiscale e finanziaria e le incertezze si sono considerevolmente ridotte permettendo al paese di fare il suo ritorno sul mercato internazionale del debito.

La contrazione dei salari ha favorito il miglioramento della competitività del paese in termini di costi, rispetto ai partner europei, ridando dinamismo alle esportazioni che sono cresciute del 27% tra il 2008 e il 2017. Ciò è stato particolarmente vantaggioso per le medie e grandi imprese in particolare del settore manifatturiero, come il settore della raffineria petrolifera e l'industria farmaceutica.

Dal secondo trimestre 2016 il tasso di cambio delle imprese è cresciuto e al di sopra della media europea, segno di una ripresa più sostenuta.Il successo della finanza internazionale è il miglior modo di valutare le imprese e un'accelerazione degli investimenti.

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Antonella VONA

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