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29/09/2017
Rischio Paese e Studi economici

L’Europa rimane la grande vincitrice della ripresa economica mondiale

L’Europa rimane la grande vincitrice della ripresa economica mondiale

Rischio paese e settoriale nel mondo

Anche se la crescita mondiale non è ancora ai massimi livelli (2,9% nel 2017 e nel 2018), la ripresa è innegabile. Questo trimestre quasi tutte le valutazioni paese e settoriale sono state riviste al rialzo da Coface.

L’Europa crede nel ritorno alla crescita

L’economia globale continua la sua ripresa: la crescita del commercio mondiale è superiore alle aspettative di inizio anno, le performance dell’Europa sono positive e il rischio politico è diminuito (senza però sparire); in Brasile e in Russia si registrano sempre più segnali positivi, i flussi di capitale circolano nuovamente in alcuni paesi emergenti. Queste tendenze positive portano Coface a migliorare numerose valutazioni paese.

  • L’Ungheria (ora ad A3) testimonia un’attività economica vivace, sostenuta dai consumi delle famiglie e dalla ripresa degli investimenti, grazie a condizioni del credito più flessibili e agli aiuti dell’Unione Europea;
  • La Finlandia (ora ad A2) ha prospettive incoraggianti in termini di insolvenze d’impresa (-6% nel 2016 e -19% nel 1° trimestre 2017) e crescita (1,3% nel 2017 e 1,7% atteso nel 2018) in un contesto esterno più favorevole;
  • Cipro (ora ad A4) registra una crescita dinamica e dispone di un settore bancario e finanze pubbliche in via di consolidamento;
  • La Bielorussia (ora a C) beneficia della ripresa dell’attività in Russia e in Europa, favorendo le esportazioni e i consumi delle famiglie.

Le prospettive non migliorano nei grandi paesi anglosassoni, come mostrano la debolezza dei tassi di risparmio e la dinamica dei salari negli Stati Uniti e nel Regno Unito, in aggiunta alla mancanza di visibilità intorno alla politica di Donald Trump e all’esito delle negoziazioni per la Brexit.

L’industria e le filiere industriali legate ai consumi beneficiano di più della ripresa

In un contesto mondiale più ottimista, numerosi settori sono ripartiti. L’industria è quella che ne beneficia di più, grazie alla sua natura pro-ciclica. Dopo netti miglioramenti osservati nella metallurgia e nell’auto in numerose regioni nel mondo nel 1° semestre 2017, altri settori seguono questa tendenza: 

  • L’industria farmaceutica è il settore con il rischio minore nel mondo. In Europa occidentale e soprattutto in Italia, Francia e Germania, il rischio è diventato “basso”, grazie a una produzione e a una domanda ben orientati. Anche il numero di insolvenze d’impresa si è ridotto.
  • In Nord America, il settore dei trasporti beneficia degli investimenti pubblici, giustificando la riclassificazione a “rischio basso” .
  • Il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) registra una ripresa in Asia emergente, soprattutto in Cina, e in America Latina. Questa dinamica mostra l’orientamento più positivo dei consumi delle famiglie, come evidenzia l’aumento dei consumi, in calo da due anni in Brasile. Il rischio è considerato “moderato” in queste regioni e paesi.
  • L’America Latina assiste a un altro miglioramento: la distribuzione ritorna nella categoria di “rischio moderato” a livello regionale e in Brasile, grazie ai consumi delle famiglie, sostenuti dall’inflazione e da un tasso di disoccupazione in calo.
  • In due grandi emergenti, Russia e Sudafrica, l’agroalimentare conferma l’uscita dalla crisi. Il rischio diventa “basso” in entrambi i casi ma per ragioni differenti: in Russia, le imprese locali beneficiano dell’embargo alimentare sui prodotti occidentali mentre in Sudafrica, quest’anno gli ottimi raccolti costituiscono una boccata d’ossigeno.

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Le valutazioni paese di Coface (160 paesi) si basano su una scala di 8 livelli in ordine crescente di rischio: A1 (rischio molto basso), A2 (rischio basso), A3 (rischio abbastanza moderato), A4 (rischio moderato), B (rischio poco elevato), C (rischio elevato), D (rischio molto elevato), E (rischio estremo).

Le valutazioni settoriali di Coface (13 settori di attività in 6 grandi regioni del mondo, 24 paesi che rappresentano l’85% circa del PIL mondiale) si basano su una scala di 4 livelli: rischio basso, rischio moderato, rischio elevato, rischio molto elevato. 

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