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05/07/2016
Rischio Paese e Studi economici

Insolvenze d’impresa in Nord Europa: Trend favorevoli in Paesi Bassi, Svezia e Germania

  • Nel 2016 Coface prevede meno insolvenze d’impresa: -11,1% nei Paesi Bassi, -8,0% in Svezia, -2,5% in Germania 
  • Il calo delle insolvenze sarà più lento rispetto al 2015, per il rallentamento della crescita del PIL 
  • Danimarca: le insolvenze dovrebbero aumentare in maniera considerevole, di più del 60% 
  • Germania: il livello delle insolvenze, in costante diminuzione dal 2010, è ora in calo del 30% rispetto al 2009

Quattro paesi, due scenari nel 2016

In Europa, la ripresa della situazione macroeconomica è stata accompagnata da effetti favorevoli sulle imprese nella maggior parte dei paesi. Nel 2015, si è assistito ad un miglioramento nei quattro paesi del Nord Europa oggetto di studio da parte di Coface: Paesi Bassi (-20,7%), Svezia (-11%), Germania (-4%) e Danimarca (-0,5%). Questa tendenza positiva riguarda la maggior parte dei settori di questi paesi, ad eccezione della Danimarca dove i progressi sono più eterogenei. In questi paesi, le insolvenze hanno colpito maggiormente i settori del commercio, dei trasporti, dei servizi di alloggio e delle costruzioni – sia in termini di quota sul totale di insolvenze che della loro quota nell’attività economica. Al contrario, i fallimenti di impresa nell’industria manifatturiera sono meno frequenti.

In un contesto di crescita media del PIL più lenta durante l’anno, la tendenza al ribasso del numero di insolvenze dovrebbe proseguire in tre dei quattro paesi, anche se moderatamente. Ma è nei Paesi Bassi (-11,1%), in Svezia (-8%) e in Germania (-2,5%) che si prevede la contrazione maggiore. La Danimarca, al contrario, mostra una situazione contrastata. Nel 2015, il paese ha registrato la performance “meno soddisfacente”, con un calo di appena - 0,5%. Quest’anno, si prevede che le insolvenze danesi aumenteranno considerevolmente, di più del 60%.

Oltre al Nord Europa, si osservano tendenze positive in termini di insolvenze in numerosi paesi europei, grazie al miglioramento della situazione macroeconomica negli ultimi trimestri. Coface prevede che nel 2016 le insolvenze continueranno a diminuire in Francia (-3,2%), Italia (-5%) e Spagna (-22%).

Germania: imprese in buona salute

Nel 2015, in Germania, il numero di insolvenze d’impresa si è rivelato il più basso dall’attuazione nel 1999 del nuovo sistema normativo sulle insolvenze. Con un ulteriore calo di -4% circa l’anno scorso, il numero di imprese insolventi è diminuito, stabilizzandosi a 23.000. Tale dato si inserisce in un contesto di riduzione costante delle insolvenze dal 2010. L’anno scorso, ha raggiunto un livello inferiore del 30% rispetto a quello del 2009 (al culmine della crisi finanziaria e del crollo del commercio mondiale). La solidità del contesto macroeconomico tedesco si riflette nella buona salute delle imprese.

Nel 2015 quasi tutti i settori hanno registrato un calo delle insolvenze. Il settore finanziario e quello assicurativo rappresentano l’unica eccezione, con un aumento delle insolvenze di più del 5%. La tendenza alla diminuzione delle insolvenze è stata particolarmente forte nel settore informazione/comunicazione (-11,1%) e in quello dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-9,1%). Sono stati osservati miglioramenti nel commercio, nei trasporti e nei servizi di alloggio: tutti settori in cui, malgrado un livello di sinistri tradizionalmente elevato, le insolvenze sono diminuite di circa -6%. Per quanto riguarda l’industria in generale, a parte l’edilizia, le insolvenze sono diminuite di più del -4%. Nel comparto dei minerali e dell’estrazione, hanno subito un aumento di più del 40% - anche se, in valore assoluto, se ne contano solo 10 nel 2015.

Secondo Coface, nel 2016 la diminuzione del numero di insolvenze proseguirà, sia pure moderatamente. Tale previsione si basa sui dati delle insolvenze registrate nei primi due mesi dell’anno, che presentazione una riduzione in rallentamento. Le insolvenze registrate fino a febbraio mostrano un calo del -2,3% nei 12 mesi precedenti. Secondo il modello previsionale di Coface, nei prossimi mesi la variazione annuale oscillerà attorno a questo tasso. Di conseguenza, per tutto il 2016, le insolvenze in Germania dovrebbero diminuire del -2,5%.

Paesi Bassi: miglioramento dello scenario macroecomico

Nel 2015, nei Paesi Bassi, le insolvenze si sono considerevolmente ridotte: circa il -21%, sulla scia di un trend positivo continuo dal 2014 (-20%). Il calo delle insolvenze segue evidentemente il miglioramento della situazione macroeconomica dei Paesi Bassi: nel 2015, le insolvenze erano inferiori del 37% rispetto al 2013. Quasi tutti i settori ne sono stati interessati, a eccezione della cultura, dello sport e dei divertimenti.

La produzione manifatturiera e i servizi specializzati mostrano il miglioramento più evidente. In effetti, questi due settori hanno registrato un calo del -30% circa, nettamente al di sopra della media dell’economia. Il mercato immobiliare olandese ha registrato un netto progresso, con una contrazione delle insolvenze superiore alla media di circa il -25%. Nell’edilizia, le insolvenze sono diminuite del -18% circa. Le imprese insolventi si concentrano per la maggior parte in quattro settori che rappresentano, insieme, il 70% circa del volume totale: commercio, trasporti, servizi di alloggio, servizi finanziari e servizi specializzati: il terziario è quindi in primo piano.

Il primo trimestre 2016 è stato caratterizzato dal calo delle insolvenze d’impresa nei Paesi Bassi. Dall’inizio dell’anno, il numero è diminuito del -19,4%, leggermente al di sotto dei tassi registrati negli ultimi anni. Tuttavia, nel corso dei prossimi mesi, Coface prevede un rallentamento di questa tendenza al ribasso. Secondo il modello di previsione, le insolvenze diminuiranno del -11,1% nel 2016.

Svezia: sostegno da parte della Riksbank ai settori dell’edilizia abitativa e delle costruzioni

Il 2015 è stato il secondo anno consecutivo di calo delle insolvenze in Svezia. La diminuzione (-11%) è stata più marcata rispetto al 2014 (-6,3%) e addirittura inferiore del 17% rispetto al picco osservato nel 2013. Tuttavia, il livello resta ancora superiore del 13% rispetto al livello pre-crisi registrato nel 2007. Il recupero è stato più marcato nell’edilizia (-17%), grazie a una situazione in netto miglioramento per il settore abitativo e immobiliare in generale. Nel 2015, gli investimenti immobiliari hanno riportato un forte aumento, del +17%, sostenuti dalla politica monetaria più espansiva della Banca di Svezia (Riksbank).

La riduzione delle insolvenze nell’industria manifatturiera è stata più accentuata rispetto alla media nazionale. I diversi comparti del terziario del paese sono rimasti in coda, poiché la diminuzione del numero di imprese insolventi era inferiore rispetto alla media: “solamente” -4% nel commercio, -6% nei servizi di alloggio. La finanza, l’immobiliare e le locazioni hanno registrato un abbassamento del -9%. Sebbene il calo delle insolvenze nel settore dei servizi sia stato meno elevato, le insolvenze registrate nei principali comparti del terziario (commercio, alloggi, finanza, immobiliare, locazioni, e altri) rappresentano il 52% circa del totale delle insolvenze osservate in Svezia. Inoltre, rispetto al peso che hanno nell’economia, questi settori sono notevolmente sovrarappresentati. Lo stesso vale per le costruzioni la cui quota di imprese insolventi si attesta oltre il 16% mentre il peso nell’economia è solo del 6,5%. Al contrario, le insolvenze nel settore manifatturiero contano per il 6% circa dei fallimenti di impresa, mentre il peso nell’economia è del 16,8%.

In Svezia, le insolvenze sono ulteriormente diminuite del -10% nel primo trimestre 2016. Coface prevede che il lieve rallentamento proseguirà nei prossimi mesi per raggiungere il -8% circa.

Danimarca: aumento delle insolvenze delle piccolo imprese

L’anno scorso, in Danimarca, le insolvenze sono diminuite solamente dello -0,5%. A prima vista, sarebbe l’accezione negativa in Nord Europa. Tuttavia, tale valutazione richiede cautela. In primis, le insolvenze danesi dal 2010 registrano una continua tendenza al ribasso. Secondariamente, il loro numero era inferiore del 38% circa rispetto al picco che il paese ha avuto nel 2010. Nel 2015, il livello delle insolvenze nel paese è stato quindi piuttosto basso. Contrariamente alle altre economie analizzate, le tendenze settoriali registrano divari sostanziali nel 2015: dal calo del -25,4% per la finanza e l’assicurazione all’aumento del +50,9% nell’agricoltura, soggetta a forti pressioni a causa di una concorrenza intensa, del peso del debito e delle difficoltà di accesso ai finanziamenti. Altri settori importanti, come l’industria manifatturiera, il commercio, il trasporto e gli alloggi hanno conosciuto aumenti di +5%, e oltre, del numero di imprese insolventi.

Duranti i primi quattro mesi del 2016, i casi di insolvenza sono fortemente aumentati: +83% rispetto allo stesso periodo nel 2015. In particolare, nel mese di gennaio, le insolvenze hanno subito un’impennata. È difficile comprendere nel dettaglio, le ragioni di una dinamica al rialzo come questa. Buona parte di questa evoluzione è imputabile al forte aumento delle insolvenze nei comparti non specificati («Altre attività» e «Attività non dichiarate»). Anche escludendo queste attività (esercitate principalmente da operatori indipendenti), le insolvenze registrano comunque un aumento del 70% circa, e questa impennata riguarda tutti i sotto-settori di attività.

In ogni caso, bisogna tener conto di alcune differenziazioni nelle statistiche relative alle insolvenze in Danimarca. L’aumento riguarda per la maggior parte le imprese esenti da IVA (il +130% circa) così come le imprese il cui fatturato non è superiore a 1 milione di corone danesi ( +140% circa). Per contro, nei primi quattro mesi del 2016, le insolvenze relative a impresa con un fatturato elevato sono diminuite: -0,2% per le imprese con un fatturato compreso tra 1 e 15 milioni di corone danesi e -61% per quelle il cui fatturato supera i 15 milioni di corone danesi (28 casi in totale).

Nei prossimi mesi, si prevede un certo ridimensionamento nell’aumento del numero di insolvenze. Tuttavia, per l’intero anno, il modello di previsioni di Coface prevede un aumento oltre il 64%, tenendo conto delle imprese inattive e delle piccole realtà fragili, come evidenziano i dati già disponibili per i primi mesi del 2016.

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Antonella VONA

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