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03/12/2018
Rischio Paese e Studi economici

Imprese francesi nel 2019

Imprese francesi nel 2019

Aumentano le insolvenze ma i margini ancora elevati permetteranno di attenuare l’impatto del rallentamento del commercio mondiale

  • Dopo due anni di quiete, le insolvenze sono in aumento, questa tendenza dovrebbe proseguire anche nel 2019 (previsione +0,8%)
  • La tendenza al rialzo colpisce soprattutto le piccole imprese con fatturato inferiore ai 500.000 euro
  • Le performance deludenti all’esportazione delle imprese francesi dipendono in parte dalla loro decisione di aumentare il loro margine
  • La maggior parte dei settori chiave all’esportazione è toccata dalle performance negative: auto, farmaceutica, aeronautica e agroalimentare
  • Il recente recupero della marginalità potrebbe attenuare l’effetto del rallentamento del commercio mondiale nel 2019

Incremento delle insolvenze nel 3° trimestre

Nel terzo trimestre 2018, dopo due anni di quiete, le imprese francesi hanno assistito a un’inversione di tendenza con un aumento del numero di insolvenze del 2,3% (rispetto allo stesso trimestre del 2017), in linea con il rallentamento della crescita (1,6% nel 2018) e dei consumi. Nove regioni su tredici ne sono colpite, in particolare l’Ile-de-France, che storicamente registra numerose insolvenze, malgrado l’ampiezza della ripresa sia stata limitata da un calo in Provence- Alpes-Côte d'Azur e in Auvergne-Rhône-Alpes. Ad oggi, solo le piccole imprese con fatturato inferiore a 500.000 euro ne risentono. Gli incrementi più rapidi sono stati registrati nei settori dei trasporti (+19,7%), soprattutto i taxi (+43%), dell’agricoltura e della pesca (+15,2%). Le costruzioni (+1,9%) e i servizi ai privati (+8,8%), che insieme contano per la metà delle insolvenze, hanno subito un ulteriore peggioramento.

Prima di questa inversione di tendenza, dal 2014, le imprese erano riuscite a tornare alla redditività. A fine settembre 2018, in un anno, le insolvenze sono crollate del 4,5%, il loro costo finanziario e occupazionale è diminuito rispettivamente del 5,4% e del 4,8%, confermando il miglioramento delle imprese più grandi. Paradossalmente, l’aumento di competitività-costi (+5,5% tra il 2014 e il 2016), imputabile all’entrata in vigore del CICE (Credito d’Imposta per l’Occupazione e la Competitività) e al calo dei contributi dei datori di lavoro nel quadro del Patto di Responsabilità e Solidarietà, non si è tradotto con una performance migliore all’esportazione.

I principali settori all’esportazione scelgono i margini a scapito delle quote di mercato internazionali

La performance all’esportazione della Francia è molto deludente, a differenza delle altre principali economie della zona euro. Dal 2014, Spagna (+1,9%), Italia (+0,8%) e Germania (+0,3%) hanno assistito al miglioramento delle esportazioni mentre quella francese ha subito un rallentamento (-0,4%). Tuttavia, la competitività-costi di questi paesi è migliorata, anche se di poco (+2,2% in Spagna, +0,9% in Italia), o addirittura peggiorata (-0,3% in Germania).

La disconnessione tra gli aumenti di competitività sui costi e la performance all’esportazione della Francia si spiega con il fatto che le imprese hanno trasferito solo parzialmente questi aumenti sui prezzi all’esportazione e hanno preferito consolidare il margine piuttosto che acquisire quote di mercato all’esportazione.

- Questo interessa la maggior parte dei settori chiave all’esportazione, che hanno registrato un peggioramento della bilancia commerciale tra il 2014 e il 2016: auto, aeronautica, farmaceutica, agroalimentare, informatica ed apparecchiature elettriche.
- Pochi sono i settori che hanno preferito ridurre il margine: l’industria meccanica fa eccezione.
- Alcuni settori hanno saputo aumentare i margini e allo stesso tempo migliorare il saldo commerciale, come per esempio la chimica, sostenuta dalla riduzione dei costi dei fattori produttivi e dalla diminuzione delle importazioni di alcuni prodotti, il settore degli  strumenti di precisione e l’industria delle bevande alcoliche.

2019: il consolidamento dei margini potrebbe essere un vantaggio, per attenuare l’effetto previsto del rallentamento del commercio mondiale

Nel 2019, Coface prevede un aumento del numero delle insolvenze in Francia pari allo 0,8%, dopo un calo del 3,4% nel 2018. La crescita del PIL dovrebbe diminuire all’1,5% nel 2019, in ragione del peggioramento del contesto internazionale, legato all’incremento del protezionismo e al persistere dei vincoli d’offerta. Anche nel settore edilizio l’indice di fiducia, che fa parte degli indicatore utilizzati da Coface nel suo modello, dovrebbe continuare a deteriorarsi.

Malgrado questa inversione di tendenza, nel 2019 il margine dovrebbe rimanere stabile a un livello accettabile e permettere alle imprese di mitigare gli effetti del rallentamento del commercio mondiale, e persino ottenere un miglioramento nelle performance all’esportazione. Le misure contenute nel progetto di legge finanziaria 2019 non dovrebbero avere un impatto significativo sulla salute delle imprese. L’effetto netto negativo della variazione CICE, che prevede una costante riduzione degli oneri sui datori di lavoro, a causa del conseguente aumento del reddito imponibile, dovrebbe essere compensato dall’incremento continuo della produttività.

Scarica questo comunicato stampa : Imprese francesi nel 2019 (139,42 kB)

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Antonella VONA

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